Stregata da Bangkok: i miei due giorni nella capitale dei contrasti

Alla fine della mia prima giornata a Bangkok, alla domanda <<allora, che ne pensi della città?>> non riuscivo a rispondere in altro modo se non <<è pazzesca!>>. Nessun aggettivo riusciva a condensare la mia prima impressione su una realtà così caleidoscopica come quella della capitale thailandese: nei cassetti della mia memoria non c’era nulla di anche solo minimamente paragonabile a Bangkok. Profumo di street food e odori nauseabondi, edifici dorati e baracche fatiscenti, spiritualità e speculazione, caos e ordine: Bangkok riesce ad essere contemporaneamene infernale e poi soave, appena giri l’angolo.

Ho trascorso il primo e l’ultimo giorno del mio viaggio in Asia a Bangkok, probabilmente troppo poco per riuscire a vivere pienamente una città così mutevole; per questo motivo l’obiettivo di questo post non è quello di delineare un itinerario completo della città, quanto piuttosto condividere cosa sono riuscita a vedere della capitale thailandese in così poco tempo.

Vi racconto quindi i miei due giorni a Bangkok, ovvero sia, il mio “battesimo del fuoco” in Asia.

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Giorno 1

Il primo giorno è stato veramente intenso, circostanza attestata dal mio contapassi che segnava quasi 24.000 passi. Ero così assorbita dall’atmosfera vorticosa di Bangkok da non percepire il caldo e la stanchezza: ricordo solo stupore e anche un po’ di stordimento per aver visto cose del tutto nuove ai miei occhi di viaggiatrice.

1. Grande Palazzo Reale

La prima tappa della visita di Bangkok è stata il Grande Palazzo Reale. Di questo complesso di edifici scintillante e grandioso ricorderò due cose: un tintinnio di campanelli che si percepiva nell’aria ed era amplificato dal vento e le pietre colorate che decoravano le facciate dei templi.

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2. Wat Pho, “Buddha disteso” 

Nessuna fotografia rende l’idea della magnificenza e delle dimensioni di questo Buddha, la principale attrazione di questo complesso di edifici.

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3. Tha Tian Market

Mi sono imbattuta in questo mercato quasi per caso, dirigendomi verso l’imbarcadero di Tha Tien. Ho fatto giusto in tempo ad acquistare una porzione di banane fritte che, i vari venditori ambulanti sono spariti nel nulla, all’arrivo della polizia.

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4. Wat Arun

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5. Navigazione sul Chao Praya

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6. Casa di Jim Thompson

Questa è davvero un’oasi di pace nella caotica Bangkok. Non si possono scattare fotografie durante la visita guidata all’interno della casa, ma io ho un ricordo molto nitido di quel momento: il racconto della vita di Jim Thompson della ragazza che mi ha accompagnato durante la visita, che aveva il sorriso come “intercalare”.

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7. Erawan Shrine (Tempio Indù)

Questo piccolo tempio indù racconta tanto di Bangkok: innanzitutto perchè è quasi fagocitato da grattacieli e centri commerciali, quindi rende bene l’idea dei contrasti della città; e poi perchè è una tangibile espressione del rapporto dei thailandesi con i “pii“, gli spiriti. Nel capitolo dedicato a Bangkok, nel suo libro “Un indovino mi disse“, Tiziano Terzani scrive:

“In mezzo agli esseri umani in carne e ossa dediti ai tanti traffici di una città, da sempre conosciuta per i suoi piacevoli vizi e i suoi irrisolti misteri, vivevano tanti altri esseri, invisibili questi, creati dalla fantasia, dall’amore e dal timore della gente. Anche i Thai, come gli altri popoli della regione, chiamavano questi esseri pii, spiriti.

Perchè i pii fossero contenti, stessero in pace e non dessero noia ai comuni mortali, in ogni angolo della città, in ogni strada, davanti a ogni casa c’erano dei tempietti dedicati a loro e la gente si curava di lasciarvi sempre del cibo, dei piccoli elefanti di legno, delle ballerine di gesso, un bicchierino pieno d’alcool e delle belle, profumate collane di fiori di gelsomino.

Ogni volta che facevano le fondamenta di una nuova casa o si scavava un pozzo, subito si faceva anche un altarino allo Spirito della Terra per scusarsi del disturbo datogli con quei lavori e per chiedergli protezione nel tempo avvenire […].

Il pii del posto in cui era stato costruito il vecchio Erawan Hotel era così contento di come era stato trattato che si mise a far miracoli, e il suo tempietto è ancor oggi uno dei più frequentati e popolari di Bangkok“.

I fedeli si raccolgono attorno alla statua situata al centro del cortile, pregano, accendono incensi e portano corone di fiori gialli; inoltre possono fare un’offerta in denaro per far esibire le danzatrici e così aggrazziarsi il pii: a seconda dell’entità dell’offerta muterà il numero delle danzatrici. Sono rimasta per una buona mezz’ora in questo tempietto, completamente ipnotizzata dal profumo dell’incenso e dalla musica che accompagnava i movimenti delle danzatrici.

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Giorno 2

Il giorno 2 è il giorno che non doveva essere ed invece è stato: se avete seguito le mie avventure orientali sui social network, probabilmente saprete che la mia permanenza sull’isola di Koh Panghan è stata più breve del previsto a causa di un’alluvione che ha colpito tutto il sud della Thailandia. Tornare a Bangkok si è rivelata non solo una scelta molto saggia per evitare di perdere il volo di ritorno per Milano, ma soprattutto mi ha permesso di vivere una giornata pienissima che ha avuto come fil rouge i mercati.

1. Maeklong Railway Market (Talad Rom Hub)

Immaginate un mercato costruito ai lati di un binario, affollato di venditori che mettono in bella mostra verdure e frutti coloratissimi, e a un certo punto un annuncio al megafono: con estrema nonchalance i commercianti fanno indietreggiare i banconi, ritirano le tende e aspettano che passi il treno. So che può sembrare una scena surreale, ma l’ho vista consumarsi davanti ai miei occhi, con queste precise tempistiche. Questo mercato mi è piaciuto tantissimo e infatti ho scattato decine di fotografie: ho cercato di selezionare le mie preferite, ma alla fine credo di averle caricate quasi tutte qui di seguito.

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2. Mercato galleggiante Damnoen Saduak

Questo mercato è uno dei simboli della Thailandia e nonostante sia ormai considerato una meta turistica – ed effettivamente lo è – credo che valga assolutamente la pena visitarlo. Io mi sono persa nei visi bellissimi delle signore che vendevano frutti tropicali e, tra le bancarelle del mercato, ho fatto un corso rapido e intensivo su “come contrattare sui prezzi dei souvenir fino allo sfinimento”.

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CONSIGLI DI VIAGGIO:

Il mercato del treno e quello galleggiante si trovano a circa un’ora di strada da Bangkok. Essendo arrivata in città in tarda serata e non avendo molto tempo a disposizione io li ho raggiunti con un minivan, acquistando presso la reception dell’hotel in cui soggiornavo un pacchetto che comprendeva la visita dei due mercati e il giro in longboat tra i canali. È una soluzione che sinceramente mi sento di consigliarvi, per tre motivi:

  • è economica (io ho pagato 400 baht a persona, cioè poco più di 10 euro)
  • si viene “prelevati” direttamente in hotel al mattino molto presto
  • si è sicuri di arrivare al mercato in prossimità del passaggio del treno

L’escursione dura mezza giornata (7.00 – 13.00 circa).

3. Wat Traimit, Tempio del Buddha d’oro

Tornata a Bangkok, dopo il giro dei mercati fuori città, mi sono fiondata verso il Wat Traimit: non potevo lasciare la città senza aver visto la più grande statua d’oro massiccio al mondo!

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4. Chinatown

Avete presente il caos? Ecco, Chinatown, ed in particolar mondo il suo mercato, a Bangkok è esattamente così.

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5. Pak Khlong Talat (Mercato dei fiori)

Raggiungere questo mercato è stata, inspiegabilmente, un’impresa molto ardua: tra informazioni sbagliate di guidatori di tuk-tuk truffaldini, stanchezza accumulata e mappe che sembravano indicare la direzione opposta. Arrivarci però ha ripagato di tutta la fatica: le montagne di orchidee accatastate sui cesti intrecciati erano una meraviglia!

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Dopo questo primo assaggio di Bangkok, credo di aver capito cosa intendesse Tiziano Terzani quando, descrivendo “La Città degli Angeli”, scriveva:

“Bangkok non è mai stata una bella città, ma aveva fascino; era esotica”.

La capitale thailandese ti risucchia nel suo vortice di guglie dorate e baracche, come fosse una stregoneria. Ed io mi sono lasciata stregare.

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