Il safari è un’esperienza molto intensa che ti avvicina, facendolo sfiorare con lo sguardo, a quel cerchio della vita che cantava Ivana Spagna nella colonna sonora de “Il Re Leone“. Bisogna adattarsi ai ritmi della natura per rendere fruttuose le uscite in jeep: svegliarsi la mattina molto prima che sorga il sole e andare a letto quando il cielo è un tappeto di stelle. Il primo giorno sei impaziente di collegarti al wifi, di scaricare il pdf di quella mail di lavoro importantissima, di mandare le foto degli animali avvistati ad amici e parenti. Pian piano questa frenesia svanisce: forse perché tutti non fanno altro che sorriderti e dirti <<Pole, pole!>> (piano, piano) e <<Hakuna Matata!>> (senza pensieri), forse perché gli occhi, abituati a stare fissi sullo schermo di uno smartphone, adesso possono vagare liberi fino all’orizzonte, durante i lunghissimi spostamenti tra un parco e l’altro. Vi assicuro che non ci vuole molto tempo ad abbandonarsi a questi ritmi lenti e a crogiolarsi, la sera, nel letto, ripensando a tutti gli avvistamenti fatti durante il giorno.
Il safari in Kenya mi ha ricordato che molte cose che affollano il mio quotidiano e che ritengo essenziali, non sono poi così essenziali, ma soprattutto, mi ha insegnato che le cose belle hanno bisogno di pazienza per essere scovate e di occhi allenati a riconoscerle, anche quando sono mimetizzate come i leoni nella savana.
Dedicherò un articolo specifico alle questioni pratiche sul safari in Kenya (itinerario, abbigliamento, etc.); in questo post ho pensato di descrivere le caratteristiche principali di ciascuno dei parchi che ho visitato, sperando di essere d’aiuto a chi, trovandosi nella situazione di dover scegliere, possa orientare la propria decisione leggendo l’esperienza di chi c’è già stato. Vi racconterò la mia esperienza nei parchi in quest’ordine:
– Tsavo East;
– Amboseli;
– Nakuru;
– Naivasha;
– Masai Mara.
TSAVO EST: il più selvaggio
La prima immagine che mi viene in mente se ripenso allo Tsavo è un paesaggio dai colori intensi: la terra rossa, caratteristica di questo parco, e il cielo azzurrissimo che ha perso la sua vivacità solo per lasciare spazio ad un tramonto mozzafiato.
Lo Tsavo è stato il primo parco che abbiamo visitato e, forse per questo motivo, ogni emozione è stata amplificata dalla dirompenza della novità: ogni avvistamento ci è sembrato straordinario, persino quello di una simpatica famiglia di roditori proprio all’ingresso del parco!
Quali animali si avvistano allo Tsavo East?
Percorrendo le strade polverose dello Tsavo si attraversa un ambiente semi-arido che conferisce a questo parco un’impronta selvaggia, quindi non si fa affatto fatica ad immedesimarsi nella parte degli esploratori! Quanto agli animali, noi siamo stati molto fortunati perché allo Tsavo abbiamo avvistato oltre a decine di elefanti rossi, gazzelle, zebre, anche una leonessa e un ghepardo.
Quanto tempo occorre per visitare lo Tsavo East?
Noi siamo arrivati allo Tsavo direttamente dall’aeroporto di Mombasa, giusto il tempo di rifocillarci e siamo partiti per il primo game drive pomeridiano. L’indomani siamo usciti prima del sorgere del sole per fare il secondo safari, anch’esso di mezza giornata. Nel complesso, quindi, vi consiglio di dedicare almeno un giorno allo Tsavo, sia perchè il parco più grande del Kenya ma anche perchè si avvistano molti animali. Se soggiornate lungo la costa del Kenya questo, inoltre, è il parco più comodo da raggiungere via terra! Ecco quindi, la prima buona ragione per scegliere lo Tsavo per fare il safari.
DOVE ALLOGGIARE ALLO TSAVO EAST?
SENTRIM TSAVO ⛺
Questo è stato il mio preferito tra gli alloggi del nostro viaggio in Kenya, quindi voglio assolutamente consigliarvelo. Il prezzo per una notte è abbastanza salato (si aggira intorno ai 200 euro, in pensione completa) ma li vale tutti. Si tratta di un campo tendato: le camere sono delle tende ben strutturate quindi si ha la sensazione di dormire all’aperto ma con tutti i confort (e la sicurezza) di un lodge. Il punto forte di questa struttura è la sua posizione: si trova all’interno del parco e vicino ad una pozza d’acqua: chiedete di soggiornare nelle casette più vicine al confine del campo tendato e proverete l’emozione di vedere elefanti e zebre ad un tiro di schioppo dalla vostra porta!
AMBOSELI NATIONAL PARK: alle falde del Kilimangiaro
C’è un motivo ben preciso per cui ci si spinge fino all’Amboseli National Park: perché è proprio dalle savane di questo parco che si godono i panorami più suggestivi sul Kilimangiaro, il monte più alto dell’Africa. Anche in questo caso la memoria fotografica mi aiuta a descrivere i luoghi. Se dovessi sintetizzare in poche parole il game drive all’Amboseli non potrei che descrivere la scena che è rimasta intrappolata nella mia mente: gli elefanti, grandissimi e maestosi, che si muovono a passo lento, e sullo sfondo il gigante dalla cima innevata.
Qual è il momento migliore della giornata per vedere il Kilimangiaro?
La caratteristica precipua del Kilimangiaro è che ha quasi sempre la cima fra le nuvole: in alcuni momenti della giornata la visibilità migliora, quindi bisogna avere un po’ di pazienza per ammirarlo in tutta la sua maestosità: noi abbiamo visto la sagoma priva di nubi poco prima del tramonto.
Noi abbiamo fatto, anche in questo caso, due game drive, uno pomeridiano e uno l’indomani, all’alba. L’alzataccia è giustificata perchè è proprio al mattino presto che aumentano le possibilità di avvistare i fenicotteri che passeggiano eleganti sulle sponde del lago Amboseli.
Infatti, anche se i protagonisti indiscussi dell’Amboseli sono gli elefanti (qui si trovano alcuni degli elefanti più anziani e grandi di tutto il Kenya!), questo parco è ideale anche per fare birdwatching, visto che ci sono molte zone umide e paludose.
In definitiva, ci sono due ottimi motivi per scegliere l’Amboseli per fare un safari in Kenya: solo in questo parco si possono avvistare così tanti elefanti e, soprattutto, dal punto di vista paesaggistico, è, a mio parere, il più suggestivo tra i parchi del Kenya.
NAKURU: il lago dei fenicotteri
Se avete visto il film “La mia Africa” (il titolo originale è Out of Africa), ricorderete sicuramente la scena in cui Meryl Streep e Robert Redford sorvolano un lago invaso da una chiazza rosa. Ecco, quella chiazza rosa sono in realtà dei fenicotteri e quel lago è proprio il lago Nakuru.
I fenicotteri non sono l’unico motivo per scegliere il Nakuru come parco per fare un safari in Kenya. Qui, infatti, non è affatto raro avvistare il mitologico rinoceronte bianco, specie tutelata perchè in via d’estinzione.
Ci sono due motivi per cui ho apprezzato molto il safari al Nakuru: innanzitutto qui abbiamo avuto la possibilità di avvistare gli animali da molto vicino. Abbiamo visto zebre, giraffe, antilopi e bufali (e anche i facoceri!) a pochi metri di distanza dalla nostra jeep.
Il secondo motivo è che il safari al lago Nakuru è molto più dinamico rispetto a quelli negli altri parchi perchè si scende spesso dalla jeep (cosa che in genere, nei parchi non è concessa, per ragioni di sicurezza). Noi abbiamo fatto diverse soste: abbiamo passeggiato fino alla cascata del fiume Makalia, sul lato meridionale del lago e ammirato il panorama sul parco dalla spettacolare Baboon Cliff.
Anche la vegetazione che circonda il lago Nakuru è molto diversa da quella che caratterizza gli altri parchi: dimenticatevi la savana, qui si avvistano gli animali nel verde! Sempre nella zona meridionale del lago c’è una foresta di acacie molto fitta: se fate il safari nel periodo successivo alla stagione delle piogge vi troverete davanti uno spettacolo straordinario, visto che parte degli alberi sono sommersi dalle acque del lago!
NAIVASHA: il safari acquatico
La visita a questo parco non era prevista nel nostro itinerario; Omar, la nostra guida, ci ha proposto di fermarci in questo lago per fare un’esperienza insolita rispetto al classico game drive: al lago Naivasha abbiamo avuto l’opportunità di fare un safari acquatico per vedere più da vicino gli ippopotami. Quindi abbiamo indossato i salvagente, ci siamo accomodati su delle barchette da escursione e abbiamo navigato per circa un’ora.
Oltre ad aver visto da vicino gli ippopotami a mollo, abbiamo anche avvistato un’aquila pescatrice a caccia e uno dei volatili più caratteristici dell’Africa: il tessitore mascherato, che costruisce nidi di forma sferica che pendono dai rami, come palline dell’albero di Natale.
Se poi, come me, vi siete appassionati alle vicende di Karen Blixen e al suo romanzo “La mia Africa“, sappiate che anche al Lago Naivasha sono stata girate alcune scene della trasposizione cinematografica del libro!
QUANTO COSTA L’ESCURSIONE AL LAGO NAIVASHA?
Noi abbiamo pagato 20 dollari statunitensi a persona per un’escursione di circa un’ora.
MASAI MARA: il regno del Re Leone
Dulcis in fundo, è proprio il caso di dirlo! Le nostre già altissime aspettative sul Masai Mara erano state pompate dall’opinione del nostro driver Omar che alla mia domanda: <<Qual è secondo te il più bel parco del Kenya?>>, aveva risposto, senza esitazione, Masai Mara. A ciò si aggiunga che i nostri avvistamenti di leoni erano stati piuttosto deludenti, quindi puntavamo tutto sull’ultimo parco per vedere, finalmente, da vicino il re della savana.
Il Masai Mara è il più famoso tra i parchi del Kenya e a noi è bastato poco per capire il motivo di tanta fama: nel giro di un’ora abbiamo avvistato leoni e leonesse a pochi metri di distanza.
Perchè scegliere il Masai Mara per un safari in Kenya?
Il Masai Mara è celebre anche perchè in un particolare periodo dell’anno è possibile assistere ad una delle più spettacolari migrazioni che avvengono in natura. Infatti, verso fine luglio, gli gnu migrano dalla Tanzania al Kenya, dove trovano più cibo e acqua. Il colpo d’occhio sulle pianure del Masai Mara invase da gnu, zebre e bufali è una delle scene più spettacolari che io abbia mai visto.
Anche se non si arriva in tempo per ammirare la scena del guado degli gnu, vale la pena di arrivare fino alle sponde del fiume Mara perchè qui è possibile avvistare ippopotami e coccodrilli.
Visto che il Masai Mara è un parco immenso, in genere le escursioni giornaliere prevedono una sosta per il pranzo che si trasforma in un piacevolissimo pic-nic immersi nella savana!
Quale parco scegliere per fare un safari in Kenya?
Ho cercato di descrivere le caratteristiche peculiari di ogni parco perché ognuno è profondamente diverso dall’altro: noi li abbiamo visti in sequenza, come ve li ho descritti. Il mio consiglio è di visitarli tutti perché il safari è un’esperienza molto particolare e le sensazioni che si provano in un parco non sono mai uguali a quelle che si possono sperimentare in un altro: di ogni parco ricordo un piccolo, grande capolavoro della natura che lo caratterizza in maniera unica. Se però dovessi consigliare un solo parco per fare un safari in Kenya, non potrebbe che essere il maestoso Masai Mara, che tra l’altro è servito da un piccolo aeroporto, quindi è più facile da raggiungere in aereo. In ogni caso, a prescindere dal parco che si sceglie, il safari regala un contatto estremo con la natura: è un’esperienza che ti fa guardare il mondo da una prospettiva diversa. Siamo noi esseri umani, durante i safari, ad essere ingabbiati nelle jeep: possiamo solo guardare in silenzio il miracolo della natura e provare a capire le leggi che la governano.
Che bello leggere questo post.
Il Kenya è stato il mio primo vero e proprio grande viaggio.
Ormai sono trascorsi 11 anni, ma ancora lo porto nel cuore anche se, devo ammettere, che l’Africa che ho visto dopo ha surclassato ampiamente quella della mia prima volta.
Lo Tsavo è stato il mio primo parco… vasto e verde. L’orizzonte diventa di colpo incredibilmente gigantesco e da ogni avvistamento, ma proprio qualsiasi, sembra dipenda la tua vita.
Non so se questa è stata la vostra prima esperienza nell’Africa dei safari, del bush, della terra rossa e del cielo azzurro terso, in ogni caso vi auguro di farne tante altre di uguale o maggior emozione.
Elena
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Ciao Elena, grazie per aver condiviso i tuoi ricordi! Sì, il Kenya è stata, sia per me che per il mio compagno, la prima esperienza di safari: già solo questo basterebbe a renderla indelebile. Anche noi speriamo di tornare ad esplorare altri angoli di Africa! Ti auguro un buon inizio di settimana, Elisa
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Sì, dovete farne altri ma attenti perché diventa una droga….
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